musica e musicisti a Venezia dalle origini ad Amendola

 

Maria Girardi

 

nel 1496 e oggi conservato presso l'Accademia di Belle Arti di  Venezia, dove è raffigurata una processione solenne arricchita dalle bande di "piffari",che comprendevano trombe, tromboni, cornetti, cialamelli o  salmoè, cornamuse, tamburi, flauti dolci, viole da gamba e anche flauti traversieri).

La magnificenza fonica delle produzioni di San Marco è fondata sulla piena partecipazione nello spazio basilicale dei "cori spezzati o battenti", degli organi e dei complessi di strumenti a fiato.

La Cappella di San Marco acquista sempre più una rilevanza di dimensione europea, basti pensare alla quantità di maestri che si sono succeduti nella direzione di tale istituzione: Willaert (dal  1527), Rore (1563), Zarlino (1565) , Baldissera Donato (1590), Giovanni Croce (1603),Giulio Cesare Martinengo (1609), Claudio Monteverdi (1613).

E tra gli organisti J. Buus (dal 1540), Annibale Padovano (1552), Claudio Merulo (1557), Andrea Gabrieli (1566), Giovanni Gabrieli (1584), Giuseppe Guami (1588).

All'interno di questo elenco spiccano i nomi di tre musicisti, quello del chioggiotto Gioseffo Zarlino e quelli dei due Gabrieli, Andrea e Giovanni, rispettivamente zio e nipote.

Zarlino (1517 - 90) ha affinato la sua fama, più che alla produzione strettamente  musicale, all'altissima  produ-zione  teorica.   Con le Istitutioni harmoniche (1558), le Dimostrationi harmoniche (1571)

e i Sopplimenti musicali ( 1588) ha organizzato una serie di pagine in cui sono evidenziati i fondamenti fisici delle scale e dell'armonia, e le codificazioni della prassi compo-sitiva dell'epoca.

Andrea Gabrieli (1533-1585), discepolo di Willaert, fu cantore a San Marco, viaggiò a lungo in Boemia e in Germania dedicando ai principi stranieri, che lo ospitava-no nelle loro corti, numerosi suoi lavori.

Compositore innovativo, la cui arte tendeva a liberarsi dallo stile adrigalesco e a segnare  un'evoluzione verso quella teatrale, Andrea Gabrieli si rivelò in tutti i suoi lavori (i più noti sono la Battaglia scritta nel 1571 per i festeggiamenti organizzati in favore della vittoria di Venezia sui Turchi, le Grechesche e le Justiniane a tre voci, sempre del 1571, vivaci  composizioni  pittoriche  in

cui viene utilizzata una realistica mescolanza di lingue, i Cori dall'Edipo Tiranno di Sofocle scritti nel 1585, in occasione dell'inaugurazione del Teatro Olimpico di Vicenza, opera architettonica del Palladio, molte compo-sizioni organistiche e altre vocali ancora) il primo grande maestro di scuola veneziana.

Come lo zio, del quale fu allievo, Giovanni Gabrieli (1555 circa - 1612) eccelse anch'egli più come compositore che non come organista, e ebbe fama a Monaco, dove soggiornò al servizio del Duca di Baviera ed ebbe contatti con Orlando di Lasso.

Rientrato a Venezia, ottenne la nomina di secondo organista di San Marco, al posto di Andrea che era frattanto stato promosso al primo scranno.

Giovanni compose soprattutto musica religiosa, come i lavori spirituali delle due grandi raccolte Sacrae Symphoniae (1597)e Symphoniae Sacrae (pubblicate nel 1615, tre anni dopo la morte del musicista) entrambe per voci e strumenti, ultimi frutti della polifonia veneziana del Rinascimento, ma anche lavori strumentali importanti come le Canzoni e Sonate per sonar con ogni sorte de instrumenti (edite nel 1615), che rappresentano una netta evoluzione verso uno stile concertante in cui gli strumenti sono trattati, nell'indipendenza delle parti loro affidate, secondo il proprio timbro.

Dopo aver spesso alleato gli strumenti alle voci, Giovanni è anche il primo ad aver unito l'organo all'orchestra, a tal punto che la sua impressionante maestria si rivela al primo sguardo nell'architettura stessa delle opere. La distribuzione degli strumenti, secondo l'uso dell'epoca, non è prefissata, in quanto i brani possono essere eseguiti dal coro o da vari  strumenti a scelta, oppure da strumenti e coro insieme, all'unisono.

La polifonia complicata dei Fiamminghi diventa in Giovanni Gabrieli più espressiva, grazie all'utilizzazione  dei  "cori battenti".  

Le sue  due raccolte musicali più note determinarono anche lo sviluppo della musica puramente strumentale e rappresentarono l'apice della scuola veneziana, che esercitò ancora per lungo tempo una fortissima influenza sulla musica europea, specialmente su quella tedesca. Heinrich Schutz, allievo prediletto  di Giovanni Gabrieli, rese omaggio al suo maestro con la composizione delle Symphoniae Sacrae del 1629, un'opera che per carattere



 


Venezia 1997. Basilica di S. Marco, I due organi.

 

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