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per archi del 1947 "1° Premio Città
di Milano" riuscì con abilità a concentrare il suo
interesse sulla creazione di "chiavi formali" originali e capaci di rendere accessibili, nonostante
un ancoraggio -a noi quasi imper-cettibile- a forme
tipicamente tradizionali ma sempre difficili da
trattare, nuovi contenuti poetici.
Amendola è uno fra i pochi fortunati e diretti
discendenti di quella linea interpretativa e compositiva che, partita dalla mitica scuola busoniana,
è arrivata a lui grazie al tramite di Tagliapietra.
II decennio tagliapietrano, che sottolineano nuovamente come un feno-meno propulsivo significativo,
non fu per Amendola solamente un periodo d'apprendistato pianistico, che per altro lo vide protagonista di una brillante carriera concertistica (interrotta purtroppo troppo presto per un incidente
occorsogli al polso destro), ma fu anche un intenso
momento di formazione culturale durante il quale egli lesse con avidità le musiche più disparate e si
accostò, preferendole a tutte, alle opere di Debussy e di Ravel.
Gli omaggi, dedicati a questi compositori dal Maestro con alcuni suoi lavori, sono stati concepiti e
rimaneggiati artisticamente come elaborazioni dotate di caratteristiche specifiche e di un proprio
significato storico-culturale, verificati attraverso una scelta e una reinvenzione personale delle
cifre percettive distintive della parabola impressionistica, alla quale si deve attribuire un'ampia
presenza nella costituzione del cammino storico-musicale dei primi anni del nostro secolo.
Il compositore veneziano in tutte le sue composizioni (e non sono poche) si è sempre procurato avvedutamente il suo materiale sonoro e lo ha sempre
sottoposto ad un lavoro critico minuzioso, carpendo
da una parte alla sua geniale inventiva, e facendo
ricorso dall'altra a tutti i sussidi che la pratica
e il sapere musicali gli hanno sempre offerto.
I risultati sono evidenti e sono stati numerosissime volte messi a disposizione degli ascoltatori,
della critica e delle giurie di Concorsi Nazionali
e Internazionali, che si sono sempre espressi entusiasticamente .
Il carattere delle opere di Amendola si avvale di
un tipo di tecnica linguistica che nella sua palese
trasfigurazione non è più qualcosa di este-riore che
si possa asportare lasciando da parte le tendenze
espressive della singola composizione, ma è ogni
volta un richiamo inscindibile con le idee musicali
scaturite in origine assieme ad essa, è in definitiva una simbiosi dialettica tra suono e forma, tra
gusto e costrizione, tra presente e passato.
Oltre alle numerose opere didattiche e teoriche
(12 Prove d'esame per la Licenza di Teoria e Solfeggio e Per ben pensare pubblicate da Curci, un
Trattato d'armonia e una Guida per l'esame di Diploma
di Musica Corale e Dirczione di Coro, tra le più
importanti del lungo elenco) tra le opere musicali
di Amendola fanno spicco le Sonate per pianoforte (la
Terza Sonata ha ottenuto nel 1961 il 1° Premio
al Concorso Nazionale di Treviso, mentre la Quarta
Sonata meritò la prima posizione nell'edizione del
1976 del Concorso Nazionale di Taranto), il Quartetto per archi (1° Premio al Concorso Nazionale di
Milano) e il Concerto per pianoforte e orchestra (1°
Premio nel 1972 al Concorso Internazionale Price
Pierre de Monaco), lavo-ri che, seppure scritti a
distanza di molti anni l'uno dall'altro, presentano
dichiaratamente una loro progressiva evoluzione artistica, la quale è sviluppata all'insegna di una
poliedrica creatività.
Il Concerto per pianoforte e orchestra, concepito ed
abbozzato già nel 1960, secondo le intenzioni
dell'autore fu scritto con il preciso scopo
di
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caratterizzare preminentemente il ruolo virtuosistico
dello strumento soli-sta, attraverso il supporto di
una notazione piuttosto ricercata.
Nella tradizionale successione formale dei tre
tempi ("Allegro con spirito" - "Adagio" -"Allegro
con brio") lo scopo effettuale è raggiunto pienamente ogni volta; la particolare commistione di linee
melodico-orizzontali e di verticalità accordali
(che prevalgono sulle precedenti) fa sì che il programma sonoro sia sempre vivo ed imprevedibile, oltre a ciò se sottoponiamo ad un attento esame la
costruzione di questo concerto, scopriamo che non
sono tanto gli episodi-chiave a definirne i pregi,
quanto i dettagli, siano essi frammenti contrappuntistici, inserti seriali, alternanze ardite di ritmi, sospensioni improvvise o altro. |