musica e musicisti a Venezia dalle origini ad Amendola

 

Maria Girardi

 

mento, balzano in primo piano.

Per la stessa casata dei Mocenigo, Monteverdi allestisce anche la rappresentazione "nuziale" Il ratto di Proserpina, in occasione delle nozze di Lorenzo Giustiniani con Giustina Mocenigo.

Ma a Venezia, accanto alla figura emblematica di Monteverdi, si assiste nella prima metà del Seicento ad un fenomeno nuovo, estremamente originale, cioè la nascita del teatro pubblico.

Se le opere fiorentine, mantovane, romane etc. furono date per più di un trentennio presso le corti e le case nobiliari, per un numero ristretto e selezionato di ospiti, invitati in occasione di eventi matrimoniali o di celebrazioni particolari istituite dalla famiglia nobiliare di turno, fu solo nel 1637,a Venezia, con l'apertura al pubblico pagante del Teatro Tron di San Cassiano, che iniziò la vera storia e vita del teatro per musica, del melodramma e delle sue secolari vicende.

Preceduto dai tentativi del palladiano Teatro Olimpico di Vicenza, e da quelli padovani del Prato della Valle, dove nel 1636 veniva allestita l'Ermiona di Pio Enea degli Obizzi, il San  Cassiano fu  inaugurato  l'anno  seguente con 1'Andromeda, dramma di Benedetto Ferrari e musica di Francesco Manelli, figure  appartenenti ad  una compagnia di giro, mista di  cantanti  romani e di cantanti presi a prestito dalla cappella di San Marco.

Ciò che importa di questi avvenimenti non è tanto il contenuto delle prime opere rappresentate, quanto il suo significato più intrinseco. Venezia, in quest'epoca, più che di glorie militari, ormai sfumate, vive delle sue capacità  commerciali,  cosicché la grande linea politica della Repubblica è quella di vivificare la continuità del rapporto della classe di governo con le classi popolari, partecipi dei fasti come delle ricchezze della Repubblica di  Venezia.

Il Teatro di San Cassiano è il primo esempio di impresa teatrale, immaginata non tanto per soddisfare il piacere di una cerchia ristretta, quanto per soddisfare, come ogni impresa commerciale, un utile privato e un utile divertimento pubblico. Ed è proprio Monteverdi, ormai immerso nel contesto della civiltà veneziana, ad attuare questa nuova direzione, modificando l'orientamento della sua musica mantovana (l'Orfeo e l'Arianna,  rispettivamen-te del 1607 e del 1608) legata alla consacrazione della "favola pastorale", per dare vita a quelle opere che segnano la tappa ultima, l'approdo veneziano del suo genio, che a partire da L'incoronazione di Poppea (composta su libretto di Gian Francesco Busenello, rappresentata per la prima volta al Teatro Santi Giovanni e Paolo nell'autunno del 1642, opera basata sulle vicende storiche della vita di Nerone) sigleranno per tutto il corso del Seicento l'evoluzione mas-
siccia dell'opera veneziana per merito dei suoi successori, quali  Cavalli, Ferrari,

Seicento a Venezia  i teatri aperti
San Cassiano 
San Moisè
San Luca o San Salvatore Santi Giovanni e Paolo  Novissimo
San Apollinare
San Samuele
Sant'Angelo
San Giovanni Grisostomo
Santissimi Apostoli
Saloni di San Gregorio
 
Cannaregio presso la Chiesa di San Giobbe
Zattere
nella contrada degli  Ognissanti
Altieri a Cannaregio
San Fantino
sotto il portico della Malvasia a Santa Maria del Giglio
Santa Marina
Santa Giustina
in Barbaria delle Tole
casa privata
in calle Lunga a San Moisè
e il Teatro di Murano.

Luccio, Cesti, Sartorio, Legrenzi, Pallavicino, Rovetta, Ziani, Pollarolo, Partenio.

Venezia, offre al mondo una nuova versione della musica, cioè l'opera teatrale, diretta ormai ad un pubblico allargato, fatta sì per dilettare ma anche, grazie ai contenuti  librettistici  in essa compresi, creata per dimostrare a più ampie masse di persone una gamma di valori apparenti, talvolta reali, della nuova morale. Il favore decretato dal pubblico fece sì che nel corso del Seicento a Venezia fossero aperti ben sedici teatri, distribuiti anche in zone periferiche, come Murano e le Zattere, a quel tempo non collegate alla città da ponti di comunicazione.

Tra i primi a rappresentare l'opera in musica furono il Teatro di San Cassiano (con Andromeda nel 1637), il Teatro San Moisè (con  l'illustre  opera mantovana di Monteverdi, Arianna, realizzata a Venezia nel 1639), il Teatro di San Luca o San Salvato re, il Teatro dei Santi Giovanni e Paolo, il Teatro Novissimo (inaugurato nel 1641 con La finta pazza, dramma di Giulio Strozzi, con la musica di Francesco Sacrati), il Teatro di S. Apollinare, il Teatro di San Samuele, il Teatro di Sant'Angelo, il Teatro di San Giovanni Grisostomo, il Teatro ai Santissimi Apostoli, il Teatro Ai Saloni di San Gregorio, il Teatro a Cannaregio presso la Chiesa di San Giobbe, il Teatro alle Zattere nella contrada degli  Ognissanti, il Teatro Altieri a Cannaregio, il Teatro a San Fantino sotto il portico della Malvasia a Santa Maria del Giglio, il Teatro a Santa Marina, il Teatro a Santa Giustina in Barbaria delle Tole, il Teatro in una casa privata in calle Lunga a San Moisè, e il Teatro di Murano.

 

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