musica e musicisti a Venezia dalle origini ad Amendola

 
Maria Girardi
 

Il Concerto si presenta come "ricerca o esigenza di conciliazione delle strutture tradizionali con episodi che vanno oltre l'atonalità", ha scritto giustamente Fabio Fano nella presentazione del programma di sala che prevedeva l'Esecuzione del  Concerto da parte di Gino Gorini.

Questa composizione è la riprova che anche oggi è possibile la creazione di nuovi lavori musicali che, rispettando forme stilistiche tradizionali o pseudotradizionali, si basano  alla  fine per  lo più su questioni formali solitamente rivisitate nel tentativo così di superare dialetticamente l'antico (alcuni esempi si trovano anche in lavori di questo genere di altri compositori italiani, pensiamo ad altri compositori coevi ad Amendola, quali Menotti, Gorini, Bettinelli, Riccardo  Malipiero, Tosatti, Togni, Zafred, Napoli, Margola).

La tecnica usata nelle composizioni di Amendola è quella della ritorsione verbale, in quanto fa coincidere determinazione e indeterminazione formali con una acuta eleganza inventiva: è proprio l'esposizione di materiali sonori contrastanti che determina negli ascoltatori la percezione di brevissime citazioni armoniche tradizionali insieme a succulente novità combinatorie; le intenzioni dell'autore si muovono verso risultati compositivi nuovi, attraverso una grafia classica, la quale proprio perché già definita e consolidata si trova nella necessità di superare, o di trasformare, o di reiterare i suoi stessi residui intrinseci.

In un mondo dove la musica è lasciata al caso e all'elettronica, è ancora possibile costruire musica nuova con i soliti "mattoni" perché c'è ancora molto da dire, ma poterlo fare con arte è  prerogativa di pochi e le musiche di Ugo Amendola  rispecchiano questi intendimenti.

 

pag. 1  2  3  4  5  6  7  8  9  10  11  12  13  14  15  16  17  18  19  20  21   

indice

<<<

 21

 >>>